8 MARZO. FESTA DELLE DONNE?

Domani milioni di donne si appresteranno a festeggiare una delle feste che più ha perso senso, la festa delle donne.
E milioni di uomini celebreranno l’evento con l’acquisto di mimose, simbolo floreale di questo giorno.
Ma poi quando si chiuderanno la porta di casa alle spalle, continueranno a celebrare le loro donne?
La prima ricerca svolta sui 28 paesi europei voluta dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali (FRA) disegna un quadro non così rispettoso del genere femminile. E’ stato intervistato un campione di 42mila donne, 1500 per ciascuno dei 27 stati membri, a cui si aggiunge il Lussemburgo, 900. La ricerca, voluta dalla presidenza spagnola della Consiglio d’europa nel 2010 e dal parlamento europeo fotografa “un’estesa violazione dei diritti umani nei paesi dell’Unione”: il 33 % delle donne in Europa ha subìto violenza fisica e sessuale dall’età di 15 anni, sono 62 milioni di donne. Nel 22% dei casi si è trattato di violenza da parte del partner, assistita anche dai bambini (73%). L’8% di donne l’ha subita nell’ultimo anno.
Solo un terzo ha denunciato o ha chiesto aiuto ai servizi sul territorio, percentuale ancora più bassa se a commettere la violenza è un compagno o marito.
La violenza psicologica subìta dal partner è ancora più alta, raggiunge il 43% e comprende, violenza economica, impedimento alla libertà di movimento, controllo, minacce.
Il 18% ha subìto stalking, il 22 % delle ragazze dai 18 ai 29 anni ha subito molestie sul web, il 5% uno stupro (sono 9 milioni di donne, più della popolazione di Austria o Danimarca). Troviamo alti livelli di abusi anche durante l’infanzia. Nei 28 paesi europei il 27% di donne sono state abusate prima dei 15 anni, nel 97% dei casi di violenza sessuale il molestatore era di sesso maschile, diverso il caso della violenza fisica, dove è quasi equamente ripartita tra i sessi, con una prevalenza maschile. Le bambine abusate sono più esposte alla violenza da adulte: sono il 30% del totale delle abusate. Ma c’è anche la paura della violenza che impedisce la libertà di movimento, sancisce Fra: interessa la metà delle cittadine europee che evitano certi posti o situazioni per paura di essere aggredite fisicamente o sessualmente.
In Italia le donne che hanno subito violenza, sessuale e non, dall’età di 15 anni sono il 27%, la violenza subita da bambine è al 33%.
Da questa ricerca l’Italia ha valori sotto la media, ma una ragione potrebbe essere che culturalmente, in molti paesi, ancora si pensa che la violenza nelle relazioni intime sia un fatto privato, da tenere chiuso nelle mura domestiche. Da qui deriverebbe una ritrosia nelle risposte e quindi dei dati sottostimati.
La percentuale di donne che ritiene che la violenza di genere sia comune nel proprio paese è più alta proprio in Italia (92%).
Leggendo questi dati non viene proprio da pensare che le donne siano rispettate ed abbiano qualcosa da festeggiare domani. E certamente non è adeguato un festeggiamento a suon di spogliarelli, non sarebbe una rivincita sugli uomini per una sera, bensì uno svalutare il senso della ricorrenza. Vogliamo festeggiare? Riuniamoci in un enorme corteo contro la violenza che giornalmente centinaia di donne subiscono, (ricordiamoci che vengono uccise 3 donne al giorno). Non sprechiamo un’occasione, che ha una tale risonanza mondiale, per scimmiottare gli uomini e non inviare alcun messaggio positivo.
Insegnamo a questi uomini, fin da piccoli, che nessuno può esercitare un diritto di proprietà né rivendicarlo su un altro individuo. Che un “no” non potrà mai essere un “si” e neppure un “ni”. Che un rifiuto ad un’avance sgradita non può essere un’autorizzazione  a sgozzarci. Che, se una donna comunica al proprio marito di non amarlo più, non ha firmato la sua condanna a morte. Che i sentimenti non si possono ipotecare e neanche congelare, i sentimenti possono cambiare e nessuno può obbligare un’altra persona a restare insieme.
Cari uomini non è possibile che la vostra personalità vada in frantumi ogni volta che una donna non accetta le vostre attenzioni, ogni volta che un vostro bisogno viene frustrato. Il rifiuto di un corteggiamento non è un rifiuto totalizzante, non vi deve devastare, perché l’amore è legato ad un feeling fra due individui, e se questo non scatta vuol dire semplicemente che non c’è. Non si può certo accettare la corte di tutti, una persona si propone, se non incontra l’interesse dell’altra persona non è un dramma. Perché pensate che basta il vostro sentimento per stare insieme? L’amore va vissuto in due. Il possesso non è amore. La gelosia non è amore. Quale dignità c’è nel tenere legata a sé una persona con la paura o la sottomissione, con le botte, le violenze, l’isolamento? Quale soddisfazione c’è a prendere il corpo di qualcuno senza il suo consenso, senza il coinvolgimento, il trasporto emotivo? Arrangiatevi da soli per i vostri istinti, almeno non avrete danneggiato per sempre la vita di un’altra persona!
Vi svelo un segreto cari uomini, le donne non sono bambole da prendere su uno scaffale quando ne avete voglia, non potete farne quello che vi pare; le donne hanno una testa, sanno fare le loro scelte, non c’è bisogno che qualcuno decida per loro, sono esseri umani evoluti. A proposito, una gonna non vuol dire “prego si accomodi” è solo un capo d’abbigliamento!
Non è “uomo” una persona che usa la forza fisica per sottomettere e soggiogare, per svuotare della propria dignità una donna; non è “amore” quello che costringe, è paura di stare soli.
Essere uomini vuol dire accettare la sofferenza di un abbandono senza cercare di eliminare chi ci ha abbandonato.
Care donne a voi vorrei dire che non si cambiano le persone violente “cercando di non farle arrabbiare”, non è una soluzione evitare la frustrazione, perché chi ha la tendenza a maltrattare gli altri lo trova un motivo per farlo. Le persone violente vanno aiutate  a capire che ci sono altri modi per reagire alla frustrazione, che la sofferenza fa parte della vita, e va elaborata. A capire che ogni schiaffo li rende sempre più piccoli, non forti, deboli.
Sarà una vera festa il giorno in cui le donne non verranno più maltrattate, umiliate, abusate, trattate come oggetti; quando verranno rispettate nella vita  e nel lavoro, perché se riescono a costruirsi una carriera non devono essere per forza passate nel letto di qualcuno, perché non devono vendere il proprio corpo per superare gli esami universitari, possono arrivarci con il cervello.
Care donne iniziate anche voi a rispettare voi stesse, il corpo non è una merce da vendere, va custodito. Amatevi prima di farvi amare.