CHI HA PAURA DELLA PAURA?

         Alzi la mano chi non ha provato almeno una volta nella vita la paura. Cosa avete provato? Come avete reagito? Sentirsi atterriti e bloccati, incapaci di muoversi oppure al contrario darsi alla fuga per allontanarsi il più presto possibile dalla fonte del pericolo.

         Sembrano sensazioni poco piacevoli vero? E allora … meglio evitare ciò che fa paura! E invece no!

         La paura è una delle emozioni primarie, insieme a felicità, rabbia, disgusto, tristezza e sorpresa. Tutte le emozioni rappresentano una componente fondamentale dell’esperienza umana e come tali non possono essere allontanate o ignorate ma devono essere vissute e comprese, poiché rappresentano un canale di conoscenza di noi stessi e degli altri.

         La paura è un meccanismo di difesa rispetto ad una sensazione di pericolo ed un momento di conoscenza dei propri limiti, di ciò che possiamo affrontare ed invece di ciò che in un dato momento pensiamo di non riuscire a fronteggiare; le reazioni organiche che scatena sono funzionali alla reazione, preparano l’individuo ad un’azione, che sia la fuga, l’attacco, il freezing o altro. Ma la paura ha anche una componente molto soggettiva che è legata all’esperienza personale di ciascun individuo, poiché ogni situazione può avere tante interpretazioni per quanti miliardi di individui siamo nel mondo.

         Viviamo in un momento storico nel quale si cerca solo il soddisfacimento personale e si rifugge ogni emozione che allontani da questo, dunque ogni emozione ritenuta “negativa”, ma non esistono emozioni negative se con questo aggettivo vogliamo intendere qualcosa da evitare. Se evitiamo ciò che ci fa paura, ammesso che ciò sia possibile, non facciamo altro che ingigantirla, renderla emotivamente “non affrontabile” fino a trasformarla in una vera e propria fobia, qualcosa che limita l’individuo nella sua espressione personale, generando blocchi psicologici e disagi. In questo modo la paura perde la sua funzione adattiva e produce uno stato emotivo negativo permanente che porta alla chiusura, rispetto al proprio mondo emotivo, rispetto alle situazione esterne, rispetto all’esperienza in generale.

         Quando viviamo una paura come invalicabile molta parte della nostra esperienza viene dedicata ad evitare ciò che ci spaventa, evitando cose o situazioni che possano farci trovare in una situazione di profondo disagio; è proprio qui che si innesca la paura della paura, una limitazione del proprio vivere e del proprio sentire a favore di un controllo razionale e metodico. Quando dalla paura si passa ad aver paura della paura si è oltrepassato un limite oltre il quale si perde la spontaneità del vivere e conoscere il mondo esterno (ed interiore).

         Il coraggio dunque come emozione opposta alla paura, in quest’ottica, non è assenza di paura ma disponibilità a viverla ed affrontarla, a conoscerla e trarne conoscenza e crescita personale. Se pensiamo di poter rendere la paura nostra amica ne riceveremo in cambio un ritorno in termini di aumentata autostima, aumentato senso di autoefficacia e maggiore conoscenza delle proprie risorse ed anche dei propri limiti. Allontanare la paura dalla nostra vita non ci rende più forti, al contrario ci rende più vulnerabili, poiché quando verremo colti di sorpresa da essa ne verremo travolti. Dunque se vi accorgete di avere una paura che vi blocca nella vita e limita le vostre esperienze, i luoghi da frequentare o le situazioni da vivere, chiedete aiuto ad un professionista, poiché non c’è niente che spaventa di più della paura della paura.