QUANDO IL SONNO E’ COMPLICATO!

Il momento dell’addormentamento per i più piccoli può essere molto complicato, poiché è il momento del distacco che genera la paura dell’abbandono, in quanto ai neonati manca il concetto di permanenza dell’oggetto d’amore, ossia la certezza che al risveglio tutto sarà come l’aveva lasciato la sera prima. Ma con un minimo di autocritica possiamo tranquillamente confessare che anche per noi adulti la sera, con l’arrivo del buio, cambia la percezione delle cose: sarà capitato a tutti, in momenti di particolare fragilità emotiva, di essere sopraffatti da paure irrazionali alla sera che poi con l’arrivo del giorno, della luce, vengono depotenziate e valutate nella loro reale consistenza. E dunque se ciò accade a noi adulti che abbiamo maggiori strumenti razionali per fronteggiare l’arrivo del buio e le relative inquietudini, possiamo solo immaginare cosa può accadere in un neonato la cui unica fonte di sicurezza è fuori di sé, è la mamma o comunque il genitore di riferimento.

                Nella mente del bambino il buio della notte rappresenta l’assenza, il vuoto, l’assenza di punti di riferimento, l’assenza del mondo così come lo conosce durante il giorno, poiché ciò che non vede non esiste. E crescendo, quando la permanenza dell’oggetto è un concetto acquisito, la paura non è più rappresentata dal “chissà se domani mamma sarà ancora qui” ma dalla presenza di mostri o personaggi fantastici che possano rapirlo o fargli del male. E così crescendo nel buio della notte si può nascondere ogni tipo di timore.

                Tutte queste paure devono l’origine alla mancanza di un senso di sicurezza interiore che si struttura attraverso le esperienze diurne e le relazioni con le figure di riferimento, attraverso la possibilità di fare esperienza di sé come soggetto capace di agire nel suo mondo con efficacia. Inoltre il momento dell’addormentamento è il momento in cui il bimbo resta solo con il suo mondo emotivo e talvolta non ha ancora tutti gli strumenti per gestirlo, con le sue emozioni, le paure, i colori della vita che cambiano. In quest’ottica lasciare la lucina accesa oppure dormire nel lettone oppure ancora far dormire la mamma con sé sono solo soluzioni palliative, utili nel breve periodo per assicurare il giusto sonno a tutti ma sicuramente poco efficace a lungo termine, perché ognuna di queste soluzioni a lungo andare può causare disagi ad una delle parti in causa. E allora? Quali soluzioni ci sono?

                Ovviamente non esiste una soluzione che vada bene per tutti i bimbi del mondo, perché ogni bimbo è unico, ogni relazione genitore-figlio è unica, il disturbo del sonno è uno ma il motivo che lo causa è moltiplicato per ognuno dei bimbi che questa notte nel mondo avranno di nuovo difficoltà a dormire. Dunque che si fa? Si cerca di capire qual è il motivo del disagio de proprio figlio e si cerca lo strumento più efficace che possa risolvere definitivamente il problema ristabilendo la giusta divisione di camere e letti fra adulti e piccini. Ma soprattutto si deve avere la pazienza di dedicare il tempo necessario alla ricerca dell’origine del problema ed accettare  la possibilità di perdere alcune notti di sonno in vista di un recupero di una corretta igiene del sonno per adulti e piccini. Quando i bimbi non dormono bene non lo fanno per farci dispetto o perché vorrebbero stare sempre svegli, hanno bisogno di trovare la giusta sicurezza e tranquillità emotiva ed in questo il ruolo del genitore è fondamentale.

                E se non riuscite a venire a capo di questo problema da soli ricordate che ci siamo noi psicoterapeuti che ci occupiamo anche delle consulenze sul sonno dei bambini, perché spesso il punto di vista esterno, professionale e libero da vincoli emotivi è la chiave per la soluzione.