ESSERE FELICI RENDE PIU’ SANI.

         E’ stata ormai accertata da tempo la relazione positiva fra benessere psico-emotivo e benessere fisico, ed anche l’influenza che il tono dell’umore svolge rispetto alla percezione della realtà circostante. E’ ormai un’acquisizione certa e provata che la felicità agisca sul livello di endorfine, i neurotrasmettitori con proprietà analgesiche simili a quelle della morfina e dell’oppio, regolando il sistema del dolore e dunque la sua intensità percepita.

         Adesso un’ulteriore ricerca mette in evidenza un effetto antinfiammatorio delle emozioni: felicità, amore e stupore ridurrebbero il livello di sostanze infiammatorie nel corpo. L’università di Berkeley (Stati Uniti) ha condotto uno studio su 200 persone alle quali era stato prelevato un campione di saliva, in seguito è stato chiesto loro di descrivere le emozioni positive provate durante la giornata. E’ emerso che coloro che avevano provato maggiori emozioni positive  presentavano livelli di sostanze infiammatorie inferiori alla media.

         Questi risultati si presterebbero ad una doppia interpretazione: provare emozioni positive limita la produzione di sostanze infiammatorie, oppure che chi ha ridotti livelli di sostanze infiammatorie tende a vivere emozioni positive. In ogni caso sembra che affrontare la vita con serenità, divertimento e gioia favorirebbe un buon stato di salute.

         Le citochine sono sostanze chimiche presenti nel nostro organismo che favoriscono l’infiammazione e che combattono virus e batteri che causano infezioni, ma che aumentano anche in caso di malattie diffuse, come diabete, artrite, depressione. Ne deriva che mantenere livelli bassi di citochine favorisce una migliore condizione fisica. Il meccanismo attraverso cui le emozioni possano agire direttamente sulle sostanze infiammatorie non viene chiarito da questa ricerca. E’ possibile che un’emozione che ci fa stare bene agisca sull’ipotalamo, quell’area del cervello deputata alla produzione di cortisolo, l’ormone che regola la produzione di sostanze infiammatorie, abbattendo la risposta immunitaria quando non serve o quando può causare problemi di salute. Vivere un’emozione positiva allenta le tensioni e riequilibra i livelli ormonali e biochimici del corpo, dunque affrontare la vita col sorriso aiuta a stare meglio fisicamente e a prendersi cura di se stessi.

         Gli stati emotivi a cui si fa riferimento  non sono esperienze occasionali o sensazioni limite, bensì lo stupore per la bellezza dell’arte o della natura, sentimenti  pervasive di divertimento ed anche di profonda spiritualità, curiosità e voglia di scoprire il mondo circostante. Tutte queste emozioni predispongono a comportamenti tipicamente opposti a quelli che assume chi vive una condizione di disagio fisico, come la tendenza alla chiusura e all’isolamento, all’inattività ed alla concentrazione su se stessi (e sul proprio malessere) anziché verso gli altri e l’ambiente esterno. In altre parole più si è felici e sereni e più si ha voglia di mostrarsi al mondo per condividere tale sensazione di benessere, tutto ciò favorisce una socialità positiva che aumenta il senso di autostima e di autoefficacia, e se questo si traduce anche in un allentamento delle tensioni a livello fisico ne deriva uno benessere psico-fisico che preserva dalle malattie.

         David Felten, studiando al microscopio elettronico le cellule immunitarie ha potuto osservare la presenza su di esse di recettori simili alle sinapsi cerebrali, che consentono a queste cellule di captare i neurotrasmettitori liberati dalle cellule nervose per regolare la loro attività. In tal modo si è scoperta l’influenza dello stress sulla diminuzione delle cellule immunitarie. Azione simile hanno anche la rabbia, l’ansia e la depressione, predisponendo ad attacchi di cuore, ictus ed ipertensione.

         Ma le emozioni non influiscono solo sull’insorgenza delle malattie, ma anche sulle eventuali ricadute e sul decorso. Tutti questi dati non solo testimoniano in maniera ancora più chiara e determinata la stretta connessione esistente fra corpo e mente, tale per cui entrambe si influenzano a vicenda, ma definiscono anche in maniera evidente le modificazioni fisiologiche originate dalle emozioni, e quanto possano essere utilizzate per facilitare il decorso delle malattie.

         Inutile sottolineare che le malattie si curano con i farmaci, ma uno stato emotivo favorevole può facilitare l’esito positivo delle cure farmacologiche. Per questo è importante stimolare i pazienti alla ricerca di una progettualità   durante al cura e soprattutto in vista della guarigione e dopo di essa. Molto spesso in ambito medico diagnostico si fa riferimento alla comorbidità, concetto utilizzato anche in psicodiagnosi, che indica proprio la coesistenza di più patologie connesse tra loro. Ciò vuol dire che non è infrequente, per esempio, in pazienti ipertesi, registrare anche disturbi d’ansia che portano il soggetto ad un  progressivo isolamento, su cui può innestarsi un vissuto depressivo, predisponendolo al possibile sviluppo di altre patologie che risentono dell’abbassamento delle difese immunitarie e dell’aumento delle sostanze infiammatorie.

         Ecco dunque come tanto le emozioni positive, quanto quelle negative, influiscono sullo stato di salute, e questi dati sostengono ancor di più quanto sia importante considerare l’essere umano in maniera olistica e sistemica: un sistema complesso nel quale mente e corpo si influenzano a vicenda, ed insieme lo stato emotivo (e psichico) e quello fisico indirizzano verso un comportamento, che, come in un circuito autorigenerantesi, a sua volta agisce sullo stato psico-fisico.

         In conclusione possiamo affermare che avere un atteggiamento positivo verso la vita predispone ad un migliore stato di salute.