20/03/2014

I DIRITTI DEI BAMBINI.

Ancora troppe notizie di cronaca che hanno purtroppo come protagonisti involontari i bambini, inutile elencarli, troppo crudeli, contrari alla morale, irrispettosi di queste piccole vite. Storie di adulti inadeguati che infieriscono su bambini inermi e  su di loro sfogano tutto il malessere della loro inutilità. Per tutti questi adulti è necessario ricordare i diritti dei bambini, alcuni dei quali sanciti all’interno della Convenzione sui diritti dell’infanzia ( 1989 ), riletti in chiave psicologica.
I bambini hanno diritto alla VITA, ad essere nutriti e curati, a nascere e vivere, in un ambiente sano, ad essere curati quando sono malati, senza essere buttati via quando condizioni avverse rendono difficile il sostentamento. E’ possibile che un genitore non abbia la possibilità economica o psicologica di sostenere un figlio, ma lo si può lasciare in luoghi sicuri dove qualcuno può attivare una rete che sostenga il diritto alla vita ( chiese, ospedali ecc. ).
Diritto ad AVERE UNA FAMIGLIA, ogni bambini deve avere un nome ed  un cognome, una famiglia che lo sostenga nel suo percorso di crescita fisica e psicologica. Due genitori che tengano conto dei suoi desideri e bisogni, che creino intorno a lui un ambiente armonioso e compatibile con la costruzione di un’identità stabile ed emotivamente solida, che stimolino la creatività del bambino, che stimolino il senso critico rispetto al mondo circostante. Hanno diritto ad avere una stabilità emotiva, una famiglia in cui due genitori, anche se separati, non utilizzino il figlio come un’arma di ricatto, come un oggetto di proprietà, che non lo costringano a scegliere fra l’amore della madre e quello del padre.
Diritto di ESPRIMERE CIO’ CHE PENSANO, scegliere le attività da fare nel tempo libero, lo sport da praticare, lo studio da intraprendere per costruirsi il proprio futuro, ciò che ama fare e ciò che fa perché obbligato. Devono poter esprimere i loro bisogni, fisici, emotivi, psicologici; esprimere la loro creatività attraverso il gioco, il disegno, le fiabe. I bambini sono spettatori attivi del mondo, lo osservano, lo vivono, lo scrutano, ne fanno esperienza, ne traggono insegnamenti, lo interpretano e lo giudicano pure. Devono poter esprimere tutto questo, descrivere il  mondo dal loro punto di vista.
Diritto all’INFORMAZIONE, perché la conoscenza rende liberi, liberi di pensare, liberi di crescere, liberi di vivere, liberi di scegliere. I bambini hanno fame di conoscenza fin da quando vengono al mondo, quando ancora non si muovono per esplorare già cercano di informarsi su ciò che li circonda “assaggiando” tutto, poi gattonano e toccano tutto, scavalcano qualsiasi ostacolo per vedere cosa c’è “al di là del muro”. Privare un bambino di questa esperienza del mondo, ne limita molto le potenzialità, la creatività, la crescita psico-fisica. Poi crescono ed hanno il diritto di avere informazioni su ciò che accade intorno a loro, per essere preparati ad affrontarlo, e  ad essere informati con le parole giuste, con un linguaggio chiaro, interessante, stimolante e divertente. Questo permetterà lo sviluppo di una curiosità ed un senso critico rispetto all’ambiente circostante, che li sosterrà nella costruzione dell’identità e della personalità.
Diritto alla SICUREZZA, i bambini devono vivere in un ambiente sicuro, con genitori protettivi, che non eccedano con punizioni corporali, causa di umiliazione e svilimento del senso di adeguatezza e autostima del bambino. Un ambiente sicuro, al riparo da violazioni dell’intimità fisica e psicologica sia da parte di familiari che di estranei. Qualora i genitori non siano sufficientemente protettivi, i bambini possono chiedere protezione all’esterno. Un ambiente dove il piccolo ( e l’adolescente ) venga rispettato nella sua individualità  e personalità, vengano ascoltati i suoi desideri e sostenuti nei momenti di difficoltà. Devono poter scoprire le loro abilità e poterle affinare, andare alla scoperta del mondo sicuri di avere un’ancora di salvezza nella famiglia.
Diritto alla RISERVATEZZA, ad avere dei segreti, a raccoglierli in un diario, senza che nessun adulto violi il limite. Se i genitori imparassero a comunicare con i propri figli, a  dedicare loro del tempo, per conoscerli, per conoscere i loro pensieri, i loro desideri, le loro ambizioni, non avrebbero bisogno di sbirciare nel diario segreto del figlio. Non ne avrebbero bisogno poiché avrebbero creato un legame di fiducia, di ascolto, di empatia, in virtù del quale il figlio in casi di seria difficoltà non avrebbe il timore di confidare al genitore anziché ad un foglio un segreto troppo pesante. Un legame che va costruito fin dalla nascita, non lo si può pretendere quando si scopre che il figlio è diventato adolescente, la relazione va costruita nei primi anni di vita, non è insita nel vincolo familiare, va creata.
Diritto all’ACCUDIMENTO e all’AFFETTO, ad avere una giusta dose di amore e di cure, poiché il bisogno di accudimento è uno dei bisogni primari del bambino, oltre che l’unico strumento per conoscere le emozioni proprie attraverso l’esperienza delle emozioni scambiate con la madre e le figure di accudimento primarie. Il neonato scopre la felicità chiusa in un sorriso vedendo il sorriso sul volto della madre, scopre la tristezza di un dolore vedendo la sofferenza sul volto della madre, scopre l’entusiasmo della sorpresa leggendola sul volto della madre, scopre la pienezza dell’amore sentendo l’amore della madre verso di lui. La madre è il primo agente di riferimento alla scoperta del mondo emotivo. Gran parte dell’emotività del bambino, e dell’adulto che diventerà, è legato alla relazione primaria d’affetto con la madre.
Diritto al GIOCO, poiché è la metafora della vita, permette di sperimentare la vita adulta attraverso la finzione del gioco. Tutti i bambini giocano “alla mamma e al figlio”, “al dottore”, “al supermercato” ecc., sperimentando ruoli adulti in un contesto di finzione, mettendo liberamente in azione la propria personalità e la propria visione del mondo degli adulti. Sperimentano le proprie capacità in un contesto protetto dalle regole stesse del gioco, fanno esperienza di episodi della vita quotidiana degli adulti mettendo alla prova se stessi.
Diritto ad avere RELAZIONI CON I PARI, a coltivare rapporti di amicizia, poiché le relazioni sociali sono fonte di arricchimento personale. I bambini vanno lasciati liberi di socializzare con il gruppo di pari, ed anche di litigare e fare pace senza che gli adulti si intromettano a complicare le cose. Per i bambini il litigio è uno scambio, chiunque abbia assistito ad un litigio fra bambini ha anche potuto vedere con quanta facilità fanno pace, dimenticando in fretta lo spiacevole “scontro”. Forse gli adulti dovrebbero imparare da loro l’arte della pacificazione, del non portare rancore; i bambini non hanno l’arroganza di voler far cambiare idea all’altro, non sono spaventati dalla diversità e vedono lo scambio come una risorsa da sfruttare.
Per chiudere uno dei diritti più importanti, il diritto al RISPETTO DELLA PERSONALITA’ E IDENTITA’. I bambini non vanno violati né nel corpo, né nello spirito. Vanno rispettati nelle loro ambizioni, relazioni, emozioni, vanno lasciati liberi di esprimere la loro personalità per quella che è, poiché i bambini non indossano maschere, gli adulti lo fanno, si travestono da pecore per nascondere un’identità da lupo.