BABY BLUES E DEPRESSIONE POST PARTO: QUALI DIFFERENZE?

            L’evento della nascita è sempre un momento di grande cambiamento per tutta la famiglia, ma soprattutto per la neo-mamma, la quale deve non solo riordinare la propria vita intorno ad altre priorità e alle necessità del neonato, ma anche fronteggiare uno sconvolgimento ormonale immediatamente successivo alla nascita. Dunque possiamo dire che la nascita è un evento complesso che mette in gioco accanto a componenti biologiche anche componenti psico-emotive che influiscono direttamente sul vissuto della donna legato a questa esperienza, talvolta trasformandola in un periodo di sofferenza.

            A livello fisiologico l’organismo della donna nel corso della gravidanza, e soprattutto nell’ultima fase, ha prodotto grosse quantità di un ormone, il progesterone, finalizzate sia a bloccare le ovulazioni, sia a mantenere la parete dell’utero in uno stato ottimale rispetto alla gestazione, ma questo ormone andava anche ad agire sui recettori cerebrali deputati  alla regolazione dell’umore, favorendo il rilassamento della gestante. Con la nascita i livelli ormonali precipitano bruscamente, andando ad eliminare quell’azione stabilizzatrice dell’umore, favorendo l’instaurarsi di stati d’ansia e depressivi. Dunque una buona parte delle reazioni materne dopo la nascita sono dovute allo squilibrio ormonale che l’organismo deve fronteggiare. A questo si aggiungono tutta una serie di ansie e paure di origine psicologica che sono legate al ruolo di madre, all’essere più o meno capace di interpretare, accogliere e soddisfare le richieste del neonato; legate al rapporto con la propria madre e a quanto questo sia stato un modello positivo e rassicurante; legate all’idea di autoefficacia della neo-mamma  e a quanto si percepisca competente o meno rispetto al nuovo ruolo; legate al rapporto col partner e a quanto vorrà essere coinvolto nella gestione del piccolo …

            Sulla base di tutte queste componenti biologiche ed emotive possono realizzarsi due condizioni: nei giorni immediatamente successivi al parto la donna può sentire un senso di tristezza, di malinconia e di inquietudine, che raggiunge il picco nei primi 3-4 giorni e può prolungarsi fino a 15 giorni dopo il parto. Questa condizione va sotto il nome di baby blues ed ha un’incidenza stimata intorno al 70% delle madri. Possiamo dunque affermare che si tratta di una normale reazione di assestamento non solo alle modificazioni ormonali, ma anche allo stress fisico e mentale causati dal travaglio e dal parto. Se questa condizione emotiva e psicologica si prolunga per dei mesi dopo la nascita oppure si manifesta tra la sesta e la dodicesima settimana dalla nascita allora assume i contorni di una depressione post-parto. Si stima che l’incidenza della depressione post-parto sia intorno al 15% delle neomamme, ma dato il senso di vergogna che spesso è legato a questo vissuto potrebbe essere un dato sottostimato. La neo-mamma si sente triste senza motivo, è irritabile, piange facilmente, sente di non essere all’altezza dei compiti che la attendono, si sente inadeguata come madre perché tutti intorno le dicono che quello dovrebbe essere il momento più felice della sua vita, peggiorando ulteriormente lo stato emotivo della donna.

            La reazione dei familiari della donna che affronta un momento di difficoltà dopo la nascita del bambino, sia che si tratti di baby blues che di depressione post-parto, devono essere attenti a riconoscere i segnali di disagio della donna, farla sentire accolta e rassicurata nel suo ruolo, ascoltarla mentre esprime le sue difficoltà senza esprimere giudizi o commenti inutili su quanto invece sia sbagliato ciò che prova. Spesso il baby blues si risolve da solo in pochi giorni, mentre nel caso della depressione post-parto è necessario rivolgersi ad un esperto che sappia comprendere le difficoltà emotive che la donna sta affrontando e sostenerla e accompagnarla nella ricerca della soluzione.

            Care mamme, non sentitevi in colpa se non siete felici come tutti dicono che dovreste essere, non nascondetevi e non chiudetevi nel vostro dolore, affrontatelo con un esperto che vi farà capire da dove arrivano quel senso di inadeguatezza e quelle paure. Chiedete aiuto!