SI SEPARANO I CONIUGI NON I GENITORI

Quando due coniugi si separano e nella famiglia sono presenti dei figli, l’effetto che la separazione ha sui minori è paragonabile all’irruenza di un uragano che spazza via tutto violentemente e dopo il suo passaggio è necessario rimettere tutto al proprio posto. Ma niente più sarà uguale al momento precedente al passaggio dell’uragano! E la violenza della distruzione sarà tanto più distruttiva quanto più forte sarà l’aggressività con cui i due coniugi condiranno le loro relazioni.

            Tutte le coppie, quando si sposano, si fanno promesse di amore eterno, di rispetto, di maturità nel legame, ed ancor più rinnovano queste promesse di impegno profondo nel momento della nascita del primo figlio, quando la magia della creazione di una nuova vita rende i cuori più teneri, ed allora la coppia coniugale, ora diventata anche coppia genitoriale, promette di mettere al primo posto da allora in avanti il benessere del figlio. Tante coppie riescono a mantenere questa promessa anche nei momenti di crisi, molte la dimenticano poco dopo, generando forti privazioni emotive nel percorso di sviluppo del minore, e troppe la cancellano nel momento della separazione. Crescere dei figli è sicuramente un impegno importante, essere la guida per la crescita, esempio di personalità valida moralmente, fornire sicurezza al minore che si trasformerà in “sicurezza in sé” per il figlio, affiancarlo nella costruzione di una personalità forte e capace di “essere nel mondo”: sono solo alcune delle responsabilità che comporta crescere un figlio, non si tratta solo di dargli nutrimento, un tetto sulla testa, istruzione scolastica e svaghi. E se questo insieme di responsabilità è importante che vengano comprese ed assunte dai genitori fin dalla nascita, ancor di più diventa fondamentale che se ne ricordino nel momento della separazione.

            “Si separano i coniugi non i genitori” non è un frase fatta o un luogo comune, è un dato di fatto nella vita dei figli di genitori separati. Non è la separazione in sé a segnare le vite di questi ragazzi, ma l’ira, l’aggressività e le recriminazioni con cui degli adulti poco accorti la condiscono, non curanti delle conseguenze che queste hanno sui minori. Tanto più la separazione sarà conflittuale e vedrà i figli trattati come merce di scambio o oggetto di richieste e recriminazioni, armi contro l’altro coniuge, più la separazione sarà difficile da metabolizzare dai figli; e tanto più scende l’età dei minori tanto più può risultare compromessa la loro crescita psicologica ed emotiva. I fattori che entrano in gioco sono molti ed è impossibile trattarli tutti in questo articolo, perciò ne sceglierò uno solo per ora: fermatevi a pensare a quanto può essere devastante per un bambino sentire l’odio di un genitore verso l’altro, un odio nel cui punto centrale si trova lui, piccolo, indifeso, confuso, magari costretto a sentire pronunciare frasi come “quella ….. di tua madre!” oppure “quello … di tuo padre!”. Sapete l’effetto di frasi volgari, aggressive ed offensive di un genitore contro l’altro nella mente di un figlio? Immaginate di aver avuto per anni una persona che amate pronta a rassicurarvi e gioire con voi, poi all’improvviso questa persona che avete tanto amato e rispettato si trasforma in un mostro che vomita parole di odio, e le pronuncia contro un’altra persona che allo stesso modo amate e con cui gioite. Il minore non trova più un posto in questa famiglia, sente di non esistere più perché i suoi genitori sono impegnati costantemente a litigare fra loro, non ha più posto il  bimbo esistono solo loro ed il loro odio. Ed in questa dinamica il figlio, oltre ad apprendere un modo sbagliato di comunicare, relazionarsi ed affrontare le difficoltà, riceve anche una cancellazione di sé stesso, dei propri bisogni, delle proprie richieste, delle proprie emozioni, svanisce, non esiste più. Non avere più un posto nel mondo si traduce in un senso di smarrimento e di insicurezza che ogni figlio cerca di compensare come può: i più fortunati trovano intorno a sé figure adulte di riferimento che riescono a farlo sentire compensato rispetto al disagio familiare, i meno fortunati inizieranno a costruirsi un falso Sé, una falsa sicurezza, una falsa identità che possa aiutarli a sopportare la devastazione che le liti genitoriali gli procurano.

            E questo è solo uno degli aspetti problematici che derivano dal fatto che due coniugi dimenticano la promessa che si erano fatti di mettere sempre al primo posto il benessere dei figli, finti adulti che pensano che la separazione debba significare distruzione dell’altro, una guerra che non fa feriti ma solo morti.

            Gli amori coniugali finiscono e bisogna accettarlo, è nei momenti difficili della vita che bisogna fare gli adulti e farsi promesse così importanti, perché quando è tutto bello e felice quelle promesse non possono avere lo stesso valore. Dunque quando ci si separa non basta andare dall’avvocato, lui si occupa degli aspetti materiali, è INDISPENSABILE rivolgersi anche ad uno psicoterapeuta che possa aiutare i genitori a costruire un nuovo assetto familiare, dove al centro non c’è la coppia coniugale ma i bambini, che aiuti i genitori a metabolizzare la delusione della fine di una relazione per evitare che recriminazioni e delusioni si trasformino in odio che ricade sulle vittime incolpevoli. Non abbiate paura di chiedere aiuto a noi psicologi, siamo i medici dell’anima e delle relazioni, pensate che un avvocato possa fare queste stesse mansioni meglio di noi? Io se avessi un problema al cuore non andrei da un notaio ma da un cardiologo, non si capisce perché se i problemi riguardano le emozioni e le relazioni bisogna andare dal professionista sbagliato!