05/03/2014

QUESTO E’ UN MONDO ADATTO AI PIU’ PICCOLI’

Oggi una notizia mi ha lasciata ancora una volta sconvolta, per lo scarso rispetto con cui questa società tratta i più piccoli.
Il fatto è accaduto in una scuola in provincia de L’Aquila, dove una maestra, accortasi della mancanza di soldi nella tasca della sua giacca, ha pensato bene di mettere in fila i suoi alunni di 6,7 e 8 anni, di farli spogliare e di perquisirli, provocando i pianti di molti di loro che, per fortuna, hanno riferito l’accaduto increscioso ai genitori.
Ovviamente ci sono le indagini in corso, e  a me non interessa se sia vero parzialmente o totalmente, interessa invece sottolineare la sconcertante crudeltà dell’accaduto. Un gesto a dir poco umiliante, violento, svalutante, che denota quanto gli adulti non abbiano il minimo rispetto della vita emotiva dei bambini.
I bambini vengono trattati come uomini in miniatura, oppure come pupazzi o marionette ai quali si può far fare quello che ci pare. Chiariamo che i bambini non sono piccoli uomini, a cui si può procedere con perquisizioni come si fa ad un ladro colto in flagranza di reato, c’è una sensibilità maggiore che va rispettata, c’è una personalità fragile in costruzione che va rispettata, c’è un piccolo corpo che deve essere inviolabile, non si possono toccare né con violenza né in altro modo.
E non sono neanche burattini o pupazzi che manovriamo a nostro piacimento, non lo si può fare, non sono involucri vuoti, hanno una cuore, con delle emozioni, con delle reazioni, e per questa semplice ragione vanno trattati con molta cura.
Ma gli adulti non dovrebbero proteggere i bambini in quanto esserini deboli  e indifesi?
E non possono neppure essere la valvola di sfogo delle frustrazioni degli adulti.
Immaginate di essere spogliati e perquisiti davanti ad altre persone, ma da adulti, non da bambini, vi farebbe piacere? Sapete quale immagine mi viene in mente? Quella dei campi di concentramento tedeschi, di uomini, donne, anziani, bambini trattati peggio degli animali, svuotati di ogni dignità.
Ecco, a questi bambini è stata tolta ogni dignità!
Ma il rispetto per l’altro pensiamo si possa insegnare così?
Questo tipo di eventi sono il segno di quanto la nostra società attuale non abbia più alcun rispetto per l’infanzia. Eppure ai bambini è facile insegnare le cose giocando, narrando storie, ci vuole solo pazienza e voglia di interagire con loro.
I bambini fanno anche le marachelle, ma con più facilità riconoscono i loro errori e chiedono scusa.
Immaginiamo che davvero uno di quei bambini avesse trovato quei soldi, da insegnante amorevole e consapevole di non avere a che fare con delinquenti incalliti, si potrebbe dire: Vi racconto la storia di un topolino che, frugando per cercare il suo formaggio, trova qualcosa che attira la sua attenzione. Si tratta di un ciondolino raffigurante un cagnolino molto colorato. Gli piace molto e proprio come fa con il formaggio decide di tenerlo. Ma quel ciondolino è di un bambino che lo ha perso, ed anche se non ha un valore economico, per lui è molto importante perché gli ricorda un cucciolo di nome Freddy che era sparito poco tempo prima.
Il bambino è molto triste e piange spesso, non riesce  a rassegnarsi.
Il topolino, passando davanti alla finestra della camera, sente questi pianti continui e incuriosito si ferma ad ascoltare. Sente i singhiozzi del piccolo che racconta alla mamma di aver perso il suo ciondolino, e di sentirsi molto triste e solo, perché era come se Freddy fosse sparito per la seconda volta.
Il topolino allora capisce di aver fatto un errore ad impadronirsi di un oggetto non suo, è vero a lui piaceva ma per quel bambino aveva un significato più profondo, non era solo un ciondolo. Così la notte stessa entra di soppiatto nella camera di quel bambino e infila sotto il cuscino il ciondolo con un bigliettino: “ Scusa non sapevo fosse tuo, mi dispiace averti fatto soffrire.”
Il giorno dopo il bambino si sveglia e sente qualcosa sotto la testa, infila la mano sotto il cuscino e si ritrova nelle mani il ciondolo e il biglietto, euforico corre dalla mamma urlando che Freddy era tornato.
Con questa breve storia avremo insegnato varie cose ai bambini-ascoltatori: che è sbagliato prendere cose non proprie, perché non sappiamo il valore che possono avere per chi le ha perse, che bisogna saper ammettere i propri errori ed abbiamo anche suggerito all’eventuale colpevole un modo per riparare all’errore senza farlo davanti  a tutti e rischiare un’ulteriore umiliazione.
Le orecchie dei bambini sono sempre pronte ad ascoltare chi vuole loro spiegare delle cose, e le loro mani sono sempre pronte ad abbracciare e chiedere scusa.
Possiamo dire la stessa cosa degli adulti?